-Valery’s Inferno-

E poi ieri sera, l’Inferno.

Fonte: la tempesta delle rinunce, la serata delle risse da spiaggia, la musica frastornante dentro il petto e la testa che pesava di fratture e tanta paura.

Davanti a fuochi invisibili, come la luna che piange ed è contenta, la lotta contro la realtà, imprigionata da quel passato, dalla persona che era una volta, che era fragile, ingenua, speranzosa, la persona sicura e piena di Treccani che usava per farsi rispettare..

Dove sono, cosa voglio, perchè sto vivendo questo, dove mi trovo, perchè sono con gente che non conosco e parlo di cose che non conosco.

Dove sei, perchè ti cerco anche qui, perchè quella luna mi fissa come se fosse la colpevole di qualche tuo film, o come se fossi la vittima di un amore, perchè ho dovuto respirare male per sentirti vicino..

E poi come se fossero terremoti, pulsano i miei muscoli in cerca di un succube, al quale al quale voglio scaricare questa tremenda vita, al quale voglio scaricare una risposta..

Chi sono, cosa sto facendo, e soprattutto perchè non vivo abbracciando te, e sposto l’aria come se fossero due candele a riscaldarmi le idee, o due tremolii di led stanchi e ansimanti a lucidarmi questa esistenza malata, perchè devo riposare questo cervello che è in fuga da te da troppo, ho bisogno di ridere, di stare bene..

Non so più cosa significhi rimanere nudi a terra mentre il mondo ed il tempo girano..

Non chiedermi risposte, non chiedermi sicurezze, mentre io sto parlando con la moda, le ore piccole, i soldi.

Non chiedermi di amarti, se poi riesci a farmi arrabbiare anche se non ce n’è motivo, o a lasciarmi andare quando non ne ho più uno per seguirti.

Eppure ci sei sempre.. E poi ritorni sempre.. Non me lo spiego, non mi spiego perchè debba volere il controllo, e voglia buttar via la rabbia che questa vita mia ha reso una pazza..

E se poi mi scaricassi tutta, non mi rimarrebbe nulla, non sarei neanche più quella pazza che io amo.

E mentre lottavo con il vento geloso, scomodo, malfatto, maleducato, abrasivo, manipolandomi, come se fossi carne da macello, come se fossi merce da smerciare, come se fossi oro colato sulla testa di qualche fottuto furbo differente.

Abbiamo o non abbiamo valore, allora quando io sono qui e tu li a insegnarmi come si lotta, abbiamo o non abbiamo troppi misteri da svelare o troppi ostacoli da superare per poter essere felici..

Ieri non ero illusa tra quello che penso e quello che spero… Ieri ero illusa tra quello che mi hai fatto pensare, e quello che ho provato..

Ero illusa e delusa in mezzo a persone che volevano Me per un motivo.

E chiamami stronza, e fallo più volte, per tutte quelle volte in cui ho ingoiato dolore per non essere scortese, fallo per tutte le volte che ho chiamato a me la luna solo per dirle quanto l’odiavo, fallo quando mi dimenticavo chi eri e non riuscivo più a crederci, mandamici quando ho lasciato credere inseguissi la verità per i soldi..

Rischiati o appoggiati a quel poco che mi è rimasto, a quei pochi valori che ancora mi fanno essere viva e incazzata.. Con le donne, con gli uomini.

Perchè usavo come scudo i miei riflessi nascosti nel mio schermo, nel mio io.

Quasi rotti ieri dal desiderio di volerla davvero far finita, e cantar vittoria..

Desiderio che però era sconcertato e frastornato da quella nuova faccia della medaglia di Napoli ed i miei tempi preziosi.. Umili, sinceri.

Desiderio che era rovinato da abili provocatori e assetati di sere in cui l’unico capo espiatorio eri tu. E a loro bastava quello.

-Valery per F.L.Ink-

Testo di Valery, revisionato da F.L.Ink

 

Lascia un commento